Spello

Spello-PortaConsolare

Mura e porte

L’abitato romano è completamente circondato da mura che costituiscono uno degli esempi più accurati di fortificazione antica conservati in Italia. Sono realizzate in epoca augustea, con tecnica in opera “vittata” con piccoli blocchi di calcare locale. Lungo il perimetro si aprono cinque porte e alcune posterule:
La Porta Consolare, che costituiva il principale accesso alla città antica, è a tre fornici, costruita con grandi blocchi di calcare del Subasio connessi a secco. Sul fronte esterno  vennero sistemate in epoca rinascimentale tre statue funerarie provenienti dai dintorni.
La Porta Urbica o di S.Ventura è sostenuta da pilastri e coronata da un timpano.
La Porta Venere (in via Torri di Properzio) è un arco a tre fornici, difesa lateralmente da due torri dodecagone, restaurata nei primi decenni del XX secolo. Era collegata alla Porta Urbica tramite un criptoportico che seguiva il tracciato interno delle mura.
L’arco di Augusto (in via Giulia) conserva solo il piedritto sinistro con resti di iscrizione.
La Porta dei Cappuccini (sulla via omonima) conserva solo l’estradosso dell’arco e i piedritti.

Il Foro

Tra Piazza S. Andrea e Piazza della Repubblica è conservato per tutto il tratto il muro di terrazzamento in opera quadrata, di calcare locale, che delimita e sostiene il lato orientale del foro della città romana.

Area pubblica presso Villa Fidelia

Percorrendo la strada di Porta Venere verso Assisi, superata la chiesa di S. Claudio, si giunge ad una area pubblica, a carattere sacro, con anfiteatro, teatro e tempio.
A sinistra, lungo la strada, si incontra innanzitutto l’anfiteatro, in opera “vittata” con blocchetti di calcare e nucleo interno in opera cementizia. Del teatro, andato distrutto all’inizio del XX secolo, è visibile attualmente solo il nucleo interno di un pilastro. Da qui proviene il rescritto costantiniano (attualmente presso il Palazzo Comunale), un’iscrizione latina del IV sec. d.C. che documenta la costruzione di un nuovo tempio in onore di Costantino sull’area dell’antico complesso sacro, che venne riorganizzato in questo periodo.
L’area dell’attuale Villa Fidelia fu utilizzata in epoca augustea per l’edificazione di un grandioso santuario. Del complesso sono attualmente visibili due lunghi terrazzamenti: il muro inferiore conserva buona parte del paramento. Del muro superiore rimane solo la parte interna in opera cementizia e i residui della scala, attualmente chiusa, che portava alla terrazza superiore. Nella parte originaria della villa era il tempio di cui rimangono solo pochi resti.

Villa_Fidelia

Villa romana con pavimenti a mosaico

Nel luglio del 2005, appena fuori dalle mura, sono venuti alla luce resti di un complesso monumentale di notevoli dimensioni. Le successive indagini archeologiche, hanno individuato sette ambienti, probabilmente relativi al corpo centrale di una villa o di un edificio pubblico di età tardo imperiale.
Un primo ambiente conserva quasi integralmente la pavimentazione a mosaico in tre colori (bianco, rosa e nero), raffigurante elementi geometrici. In un secondo ambiente sono conservati la pavimentazione, anch’essa in mosaico policromo, e resti delle pareti affrescate policrome. La pavimentazione per circa 140 metri quadrati presenta una decorazione a scansione modulare correntemente denominata “a cuscini” con rappresentazioni a carattere zoomorfo ed antropomorfo. All’interno dei cuscini ovali sono rappresentate figure di animali selvatici (pantera, cervo, cinghiale, anatra etc.) e fantastici.
Al centro dell’ambiente emerge una scena di mescita con due figure maschili, nude, di profilo. Il personaggio a sinistra sorregge sulle spalle un’anfora dalla quale versa il vino in una coppa sorretta dal personaggio di destra; il vino ricadente dal bicchiere è raccolto in un cratere poggiato a terra. Altri personaggi, realizzati sempre con tessere nere, sono disposti simmetricamente con in mano elementi vegetali o attributi legati al mondo dell’agricoltura, probabilmente raffiguranti le quattro stagioni.

Un terzo ambiente presenta una pavimentazione geometrica con tessere di maggiori dimensioni. Si tratta con molta probabilità del peristilio di cui si conosce l’intera lunghezza di m 24,50×5.
La fluidità del disegno e la resa cromatica, soprattutto dell’ambiente più grande, testimoniano l’alta qualità tecnica della bottega, le cui maestranze potrebbero venire da Roma per rispondere all’esigenza di un committente particolarmente facoltoso e di una specifica collocazione sociale. La villa può essere datata agli inizi del IV sec. d.C., verso cui sembrerebbero indirizzare anche i materiali restituiti dallo scavo.
Il quarto ambiente (ad est della grande sala) ha una decorazione geometrica ad ottagoni al centro dei quali sono posti vari volatili, particolarmente accurati nell’esecuzione; in questo ambiente sono stati rinvenuti anche frammenti di stucchi ad ovuli ed intonaco di colore rosso e azzurro. Il quinto ambiente presenta solo una piccola parte di decorazione musiva costituita da una cornice. Un sesto ambiente, ad ovest della grande sala, ha per decorazione una serie di fasce sinusoidi bianche con rombi ossidi. L’ultimo ambiente reca infine un tappeto musivo con la raffigurazione del sole al centro, circondato da un ottagono con trecce e fiori; nel bordo ad est un intreccio di nastri.

Spello - Mosaico